LE DONNE SCESE ANCORA IN PIAZZA: ma contro il nuovo Governo? – 13 DICEMBRE 2011

No. Al nuovo Governo dobbiamo riconoscere un importante pregio: la svolta culturale sulla valutazione della donna, la diversa stima della donna .
Nel Governo Monti infatti sono state inserite tre donne scelte in base al merito. Donne vere, professioniste competenti, nominate in dicasteri importanti quali la Giustizia (è la prima volta di una donna ministro in questo dicastero), l’Interno e il Lavoro, Politiche Sociali e Pari Opportunità.
Persone capaci e non ministre “più belle che intelligenti” (per rifare una famosa battuta…).
Credo che ci siamo liberate di un modello politico femminile fuorviante ed offensivo; era ora di invertire questa tendenza!
La prima donna ministro della Repubblica era stata nel 1976 Tina Anselmi. E sappiamo l’impronta che ha lasciato nel Paese: il Servizio sanitario nazionale, la legge sul lavoro e sulle Pari opportunità, la famosa Commissione sulla P2….
Ma da allora ad oggi… Purtroppo , soprattutto negli ultimi anni, si è riusciti ad andare ben indietro nell’apprezzamento delle donne!
Perciò ha un grande valore simbolico, in questo momento, l’affidare tre ministeri chiave a signore qualificate ed autorevoli.
Se anche domani sarà così, non avremo bisogno di rivendicare le quote rosa! Anche se purtroppo siamo ancora ben lontani dalla quota di donne presenti nei parlamenti di Svezia (46%), Finlandia e Olanda (41%), Belgio, Danimarca, Norvegia (38%)… siamo il fanalino di coda sulle pari opportunità in Europa.

Ecco, è proprio questo ancora una volta il significato della manifestazione in piazza delle donne “Se non ora quando”: rendere le donne partecipanti attive, protagoniste, per far uscire il paese dal declino etico, culturale, politico.

E particolarmente importante è far uscire un appello al femminile in questo momento di crisi, dove prioritario è il tema economico, il sociale. La crisi viene pagata soprattutto dalle donne: senza politiche di conciliazione tra lavoro e famiglia, senza incentivi, le donne perdono il lavoro, hanno a carico il welfare per i tagli ai servizi essenziali a cui devono supplire.

“Alzare l’età della pensione senza riequilibrare le responsabilità nel lavoro e nella cura è miope e ingiusto” ha dichiarato la sociologa Chiara Saraceno. “Vogliamo più tempo, una divisione del lavoro di cura più equa, tra uomini e donne, famiglia e stato, servizi di buona qualità per bambini e anziani”.

E’ giusta la richiesta d’attenzione in piazza di “Se non ora quando”. Come donne dobbiamo far sentire la nostra voce.

E anche noi di P.E.N.E.L.O.P.E. ci siamo fatte sentire: lo scorso 26 novembre (nella nostra performance tragicomica “ SORELLE DI TAGLI,AH ! “), abbiamo cantato tutte insieme:

Sorelle dI TAgLI, Ah!
L’Italia va ridesta
Noi donne dobbiamo
Alzare la testa!

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