Le differenze di genere nel rapporto con la politica – 29 MAGGIO 2010

Le differenze di genere nel rapporto con la politica

Un’indagine ISTAT del 2009 mette in evidenza come le donne si interessino poco della politica: solo il 53,6% delle donne se ne informa settimanalmente, contro il 68,5% degli uomini; ben il 40,1% delle donne non parla di politica e il 29,3% non si informa mai.
Perchè le donne non se ne occupano? Il primo motivo è il disinteresse, il secondo motivo è la sfiducia nella politica; altri motivi sono il linguaggio politico troppo complicato e il non avere tempo per occuparsi di queste cose.
Sono affermazioni che mi colpiscono molto. Noi che per prime rivendichiamo la necessità di una pari rappresentanza politica di donne e uomini, critichiamo i partiti perchè non la realizzano … ci rendiamo conto che la cosa più difficile è indurre le donne ad avere una parte attiva nella politica?
Certo, se come donne ce ne interessiamo così poco, va da sé che saremo sempre in minoranza nelle istituzioni che ci rappresentano.
E’ pur vero che molte donne “non hanno il tempo”: il carico delle responsabilità familiari è ancora prevalentemente in mano a mogli e madri; i dati statistici dicono che in Italia le donne dedicano all’attività di cura dei familiari e della casa il 24% del loro tempo giornaliero, contro l’8% degli uomini.
Ed è pur vero che gestire contemporaneamente la famiglia, il lavoro e gli impegni che la vita politica comporta, richiede un grande sforzo fisico e mentale per conciliare il tutto.
E questa è proprio la prima importante differenza da superare.
Dobbiamo fare in modo che questo “prendersi cura di” diventi un argomento di programma politico: dobbiamo arrivare a influenzare il “modo di governare”, a cominciare dalle scelte di politica sociale (un welfare che garantisca i servizi di supporto all’impegno familiare, per la conciliazione tra le mansioni di famiglia e l’attività esterna, ecc…)
Sta a noi donne soprattutto decidere se avere parte attiva oppure delegare agli altri di dare un indirizzo ai programmi della politica.
Sarebbe giusto che come donne ci assumessimo la responsabilità non solo di mettere al mondo dei figli, ma anche di chiederci in quale mondo li stiamo mandando.
E allora dobbiamo esserci, farci sentire, costruire tutte insieme la politica che vogliamo.
La politica non è un hobby: fa parte dei nostri diritti/doveri di cittadinanza.
Non lasceremo mica che la parte che ci tocca in politica sia dominata dal “ciarpame politico” denunciato da Veronica Lario ex moglie di Berlusconi?
Ma, tornando all’indagine ISTAT e per scendere nel concreto, sarebbe molto interessante sapere come la pensano, qui da noi, le donne; sarebbe interessante aprire un dibattito tra noi e analizzare i motivi che tengono lontane le donne dalla politica.

C’è qualcuna che vuole scriverci la sua opinione? O anche questa volta vincerà l’indifferenza?

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